domenica 12 settembre 2010

Giusto perché non ci siano dubbi a proposito di quello che penso di Morgan




Cosa non si fa per andare a San Remo..

Germi

Qualche tempo fa avevo scritto questo.

Credo che la mia posizione riguardo fosse già chiara, ma tant'è.

L'epidemia di bacillofobia che ha investito la società dell'opulenza nella quale viviamo ha portato ad un'incredibile proliferazione di prodotti di cui nemmeno cinque anni fa non avremmo assolutamente sentito il bisogno: ovunque, OVUNQUE vada ormai vedo quelle maledette bottigliette di gel ultrasterilizzante dal colore vagamente radioattivo da strofinare allegramente sulle mani asciutte, e anche il piu' infetto dei gabinetti pubblici ormai vanta il suo sapone liquido "Germinator" che uccide oltre il 99% dei germi e batteri esistenti, inclusi i piu' aggressivi e pericolosi

Ma a cosa serve, se il cesso è incrostato di merda?

Al di là di questo, i germi servono. Non vi sto a spiegare io il perché visto che già qualcun'altro l'ha fatto egregiamente molto prima di me


Scusate ma ora vado un attimo a rotolarmi nella merda.

Manuali : come far credere agli altri di avere una vita interessante

Un po' di tempo fa una mia amica mi ha raccontato un episodio della sua adolescenza. Si era addormentata in classe durante l'ora di religione, mentre il professore spiegava i dettagli della crocefissione del Cristo (gli hanno inchiodato la mano destra, poi la sinistra, poi il piede destro,poi il sinistro..). Ad un certo punto il professore la sveglia nel piu' classico dei modi: signorina mi sa ripetere quello che ho spiegato finora? Lei risponde che Cristo era stato inchiodato alla croce; che avevano iniziato dalla mano destra, poi avevano proseguito con la sinistra, poi col piede destro, poi col sinistro etc. Bene, e signorina, sa dirmi cosa ne pensa? Oh - fa lei - non c'è da preoccuparsi, secondo me reggerà.

Questa storia mi ha fatto veramente ridere. Quando gliel'ho detto, mi ha risposto che purtroppo quello era l'unico episodio interessante della sua vita, e che invece le sarebbe piaciuto averne di piu' da raccontare, come me. Ora, personalmente non mi sembra di aver avuto una vita cosi' ricca di eventi interessanti, e tantomeno penso di avere abbastanza materiale per scriverci un libro come dice lei. È vero che ho passato l'infanzia fra i quartieri alti di San Paolo in Brasile e le bidonville di Jakarta, che a diciotto anni mi sono decolorata i capelli e le sopracciglia in casa arrivando ad un penoso giallo polenta in tutto e per tutto uguale al colore delle pareti della mia aula al liceo, al punto che il mio professore di filosofia un giorno interrompe la lezione per dirmi "Lo sai che se chiudi gli occhi non ti si vede piu'? Ti mimetizzi. Tienilo a mente se non hai studiato" (sottolineo che ho passato sei anni di liceo all'ultimo banco in fondo). È vero che una volta, seduta sui gradini di Piazza Mincio con due amiche ed una canna d'erba, abbiamo fermato un tizio in codino e completo bianco (che poi si è rivelato essere un pornoattore professionista) con la scusa di scroccargli uno dei tramezzini che portava ai suoi amici in un vassoio di carta tutto infiocchettato, l'abbiamo convinto a darcene qualcuno e a restare due ore piene con noi a sputtanarci tutte le perversioni sessuali dei personaggi in vista del mondo dello spettacolo (ad esempio pare che Simona Ventura sia una porca della peggior specie, che si fa uomini e donne indistintamente, ma voi non ditelo a nessuno mi raccomando). È vero che una volta un tipo mi ha fermata per strada chiedendomi di fargli una foto col cellulare, e quando ho spinto il pulsante che mi diceva, sullo schermo è apparsa una foto di lui, nudo come mamma l'ha fatto, nella stessa posa in cui si era messo davanti a me.

Tutto questo è vero, come forse è vero che nella mia piccola esistenza ci sono degli episodi che valgano la pena di essere raccontati, ma ecco, non piu' che nella vita di chiunque altro. Quello che penso io è che gli episodi "veramente" interessanti dipendano piu' dalla nostra capacità di filtrare, interpretare e raccontare la realtà che viviamo, senza necessariamente deformarla. La storia del del nudista col cellulare potrebbe essere stata liquidata come un semplice incontro con un maniaco, quella del pornoattore come un puro episodio di scrocco, quelo dei capelli gialli come un'esperienza umiliante da rimuovere. Sono i dettagli, e la percezione che ne abbiamo, che le rendono appetibili. In altre parole, ogni giorno ci capitano delle cose "interessanti", ma ce le lasciamo scivolare addosso, troppo presi dai nostri problemi, dalle nostre frustrazioni, dalle bollette, dai vicini che fanno rumore alle tre di notte (beati loro), dal cane che ha pisciato sui muri del salotto, dal cane che è morto dopo aver pisciato su tutti i muri del salotto. A questo punto si aprono due strade: o si decide di fare qualcosa di veramente epico, tipo salvare il mondo dal cattivo gusto, rivoluzionare la teoria dei quanti, conciarsi come un imbecille e diventare l'idolo delle teenager-smemoranda (incompatibile col punto 1), oppure fermarsi un attimo e guardarsi intorno. E allora anche voi potrete tornare a casa dicendo "Uelààà, non sai che mi è successo oggi.."

mercoledì 1 settembre 2010

Roba da pazzi

A dicembre dell'anno scorso, Berlusconi è stato aggredito da tale Massimo Tartaglia, che lo ha ferito al volto lanciandogli in faccia una statuetta del Duomo di Milano in polvere di marmo.

Cose che fanno male.

Il gesto, seguito da una ferma condanna bipartisan del mondo politico (perché diciamocelo, in fondo se so tutti cagati sotto, è un caso che sia successa a Berlusconi sta cosa), non ha avuto conseguenze penali per il nostro Tartaglia. Perché? Perché Tartaglia è pazzo, semplicemente pazzo. Capito?

E infatti bisogna essere proprio pazzi per fare una cosa del genere! Lanciare una statuetta in faccia ad un Presidente del Consiglio che ha tagliato i fondi a servizi pubblici basilari come l'istruzione e la sanità, che ha depenalizzato il falso in bilancio, che è stato riconosciuto colpevole del reato di corruzione ,sospettato di collusioni con la mafia siciliana; un Presidente del Consiglio puttaniere, cafone, ambiguo, imbarazzante, che si caga sotto alla sola idea di farsi processare ma che non ha problemi a farsi le leggi su misura, come fossero dei completi di sartoria, il tutto in barba all'interesse generale, per la difesa del quale riceve un lauto stipendio (pagato da noi). E queste sono solo alcune delle cose che mi vengono in mente ora su Berlusconi. Ferire uno che ha fatto tante belle cose non sta bene, insomma.



Solo che mi viene un dubbio, un po' sciocco a dire la verità. E se Tartaglia non fosse pazzo? Se fosse invece l'ultima persona sana di mente rimasta in questo paese? Siamo sicuri che votare un pagliaccio del genere sia meglio che tirargli una statuetta in faccia?

Il matrimonio

- Eccola, arriva
- Com' bella..
Mi giro in direzione del portone. Eccola, arriva la sposa.Beh bella, finché è conciata cosi' non mi pare proprio.Appesantita dai fronzoli,dai brillantini,dai tulle vari,con i riccioli ingessati dalla lacca, piu' che una sposa pare un catafalco.Dondola lentamente verso l'altare accompagnata dal padre, talmente vecchio che pare essere lui ad aggrapparsi al braccio giunonico della figlia e non viceversa.
Intanto, passo dopo passo, la sposa arriva finalmente all'altare, sorridente come un testimonial della Colgate. Tra il pubblico si sentono dei sospiri; qualche signora sentimentale sta già singhiozzando dalla commozione.
Bene.Che arrivi lo sposo cosi' poi si va a mangiare e la facciamo finita.
Passano i minuti.La sposa continua a sorridere imperterrita, di un sorriso perfettamente immobile, che mi fa un po' pensare a quello di certe Barbie.Le signore continuano a singhiozzare, sommessamente.Risparmiano il fiato e le lacrime di gioia per la scena clou, quella in cui lo sposo puo' baciare la sposa, e vissero tutti felici e contenti.
Passano altri minuti.Uno dei testimoni guarda l'orologio, pare che lo sposo sia in ritardo.Chiedo a mia zia, vicino a me
- Ma lo sposo..?
- Arriverà.Magari ha fatto tardi a vestirsi.Nessuno vuol essere assente nel giorno piu' importante della propria vita, dico bene? - mi fa, strizzandomi l'occhio
Ma il tempo passa e dello sposo neanche l'ombra. Fra gli invitati serpeggia il nervosismo. Il prete gira dietro l'altare come un leone in gabbia, facendo svolazzare la sottana. Gesticola. La sposa continua a sorridere, ma ora il suo sorriso ha un che di strano: é tirato e floscio al tempo stesso. Un po' come una vela spiegata nel mare in bonaccia.
Mia zia si rivolge ad una signora vicino a lei, che ha un vivaio di plastica sul cappello
- Ma che strano..perché è cosi' in ritardo? Speriamo non sia successo nulla..
- Non saprei cara.. ti diro', io l'ho visto massimo due o tre volte, ma mi é parso un giovane tanto preciso, responsabile..
Un ragazzo in completo nero corre verso l'altare. E' lo sposo? No, é solo uno dei testimoni che era uscito a telefonare. Discute con il prete, la sposa, il padre. Da quello che riesco a sentire pare che lo sposo abbia il cellulare staccato, idem per l'amico che doveva accompagnarlo in chiesa.
- Oh - fa la sposa, e il sorriso le si affloscia come una tenda a cui siano stati tagliati i tiranti - e se avesse avuto un incidente sulla strada? Oh Dio no, no..
Cercano di tranquillizzarla, assaltandola con carezze e sussurri
- Magari é a casa - fa il testimone col cellulare - faccio una corsa per vedere se é li'. Se nel frattempo arriva ovviamente avvisatemi
E scappa di corsa fuori dalla chiesa.
Intanto la navata rimbomba del brusio degli invitati. Si sente il prete che fa "Ma non é possibile, io non ho tutto il giorno! E' l'una perdinci! Alle due e mezzo ho un battesimo! Alle quattro un funerale!"
La sposa, sempre piu' sconcertata, cerca conforto dalla madre, travestita, per l'occasione, da abat-jour.
Passano venti minuti circa. Torna il testimone-staffetta, trafelato. Solo. "E Rino? " gli chiede subito la sposa
- Non c'era a casa..non so che dire. Avete provato a chiamarlo?
- Si..niente.
Le parole sono state udite distintamente. Rino non é a casa. Rino non é raggiungibile al cellulare. Nel giorno piu' importante della sua vita, non si sa che fine abbia fatto Rino, in sostanza.Il brusio aumenta in modo esponenziale. Si avanzano diverse ipotesi:
- Magari é rimasto bloccato nel traffico col cellulare scarico..- dice una vecchia dalle gambe a tubo di stufa in completo blu scuro
- O magari si é scordato..ve lo immaginate? - avanza un' altra signora, con la faccia color terracotta.
- Vuoi vedere che quello ieri alla festa d'addio al celibato s'é sbronzato tanto che sta ancora a dormi' fra le braccia di una ballerina - sghignazza un adolescente con i capelli accuminati col gel. Mia zia lo fulmina con gli occhi e lui smette istantaneamente di sghignazzare.
Passa altro tempo. La cerimonia avrebbe dovuto avere luogo quasi due ore fa. Proseguono invano i tentativi di mettersi in contatto con lo sposo. Niente.
Alle due in punto il prete annuncia
- Scusatemi ma io devo andare, ho un battesimo da celebrare fra mezz'ora all'altro capo della città. Sono sinceramente dispiaciuto qui per la figliola ma io se questo non si presenta non ci posso mica fare nulla.
La madre della sposa cerca invano di trattenerlo, ma lui le risponde, irritato
- Eh no signora mi dispiace ma io sono due ore qui che aspetto! Eh mica si puo' fare cosi' eh! Poi se uno cià un problema avvisa, non é che fa finta di nulla!
La sposa scoppia a piangere. Il giorno teoricamente piu' bello della sua vita cosi' inspiegabilmente andato in malora, insieme a cinquecento euro minimo di trucco e di parrucchiere..
Ormai non ci sarà piu' nessuna cerimonia,questo é poco ma sicuro. Tant'é che il padre della sposa annuncia al microfono dell'altare
- Scusatemi per questa situazione..io non so proprio come spiegarmela.. non c'é piu' matrimonio..mi dispiace..
poi si allontana dall'altare e comincia a bestemmiare sommessamente
La sposa disperata intanto, viene circondata da un capannello di signore vogliose di consolarla, di abbracciarla, di carezzarla; la scena mi ricorda un po' quella di un pezzo di pane preso d'assalto dalle formiche nell'ora della siesta.
- Mio dio - penso fra me e me - finalmente un matrimonio interessante. - ma poi mi pento un po' del mio cinismo.
Aspetto ancora qualche minuto, in attesa di un colpo di scena che non arriva. Allora me ne vado senza nemmeno salutare mia zia che nel frattempo é finita nel mucchio delle consolatrici, là vicino all'altare. Non so se é la fortuna o l'eccezionalità della circostanza ma mentre mi dirigo verso l'uscita non vengo placcata nemmeno da un parente. Meglio cosi'.
Ho riso fino alle lacrime durante tutto il viaggio di ritorno in macchina. Non ho smesso nemmeno sotto lo sguardo interrogativo del panettiere sotto casa, dove ho preso due cornetti. Uno per me, e uno per la colazione di Rino, che sicuro sta ancora dormendo nel mio letto.